L’associazione non profit The Good Lobby, con la start up Progressive shopper, ha analizzato il comportamento di cento grandi aziende, nei confronti della Russia. Un indice analizza il fenomeno.
Il responsabile italiano di The Good Lobby, Federico AngheIl, si compiace perché le grandi aziende stanno prendendo la giusta direzione, denunciano l’invasione russa e fanno donazioni a favore dell’Ucraina, sospendono le forniture e gli acquisti, chiudono uffici e negozi. In Italia siamo un po’ in ritardo.
«Tra le più virtuose c’è Generali che ha donato tre milioni di euro, è uscita dal bord di un’azienda russa e ha chiuso i suoi uffici di rappresentanza di Europe Assistance. Intesa San Paolo e Stellantis hanno fatto una condanna pubblica e una donazione, ma altre grandi realtà non hanno ancora preso posizione – sottolinea Anghele. Mappare il comportamento dei brand ci è sembrata una cosa concreta che potevamo fare, continueremo ad aggiornare i cittadini sperando in una spinta diplomatica che abbia effetti concreti».
L’auspicio è che le aziende sinora rimaste in silenzio, escano dall’ombra.
Un indice mappa le donazioni e le scelte pubbliche diffuse tramite stampa, siti internet e social. Sotto la lente d’ingrandimento per il momento sono finite un centinaio di aziende, di cui una ventina italiane. L’indice, aggiornato e accessibile a tutti sul sito di The Good Lobby con un sistema di valutazione semaforico con tanto di bollino rosso, giallo e verde da un quadro piuttosto accurato della situazione.
«Investitori, clienti e cittadini meritano di sapere da che parte del conflitto russo-ucraino stanno le aziende e i marchi» sottolinea il professor Alberto Alemanno, fondatore dell’organizzazione nata nel 2015 in Belgio.
Le forniture di gas stanno continuando come se la guerra e gli affari fossero due binari paralleli e, anche se da quando è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina, un numero crescente di società ha cessato di operare in Russia, sono ancora troppe quelle rimaste in silenzio, che prediligono più all’aspetto economico che quello umano, o che semplicemente non possono defilarsi nell’immediato.
Oltre alle raccolte di beni e denaro, c’è anche un altro modo per dire di no al conflitto alle porte dell’Europa, modificando il nostro comportamento quotidiano, attuando scelte di consumo consapevoli e scegliendo prodotti e servizi di aziende che condannano la guerra pubblicamente e concretamente.
È nato con questa intenzione di rendere il cittadino protagonista il ‘Corporate Index delle aziende a sostegno dell’Ucraina’.
Chi desiderasse monitorare questa indagine e rendersi conto direttamente dell’andamento all’ultima data di modifica può accedere a https://www.thegoodlobby.it/corporare-index-aziende-sostegno-ucraina/ . In chiaro è indicata anche la data dell’ultimo aggiornamento che non è facile.
STOP WORK AUTHORITY
Ma il progresso non si ferma e Autostrade, sindacati e Ministero del lavoro, firmano un importante accordo che va oltre il decreto 81/2008 sulla Salute e Sicurezza dei Lavoratori. Roberto Tommasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, commenta: “La sicurezza sul posto di lavoro non è solo una priorità, ma un valore imprescindibile di ASPI, che viene condiviso fra dipendenti, sindacati, operatori della filiera e stakeholder.”
Da ora in avanti, infatti, ogni lavoratore di Autostrade per l’Italia, in caso si renda conto di un pericolo per la propria o altrui sicurezza, non solo potrà astenersi dall’azione lavorativa, ma potrà addirittura fermare il cantiere. Ed è la prima volta che in Italia, si formalizza la possibilità per ogni lavoratore, indipendentemente dalla propria posizione nella scala gerarchica delle responsabilità, di interrompere il lavoro se questi viene ritenuto pericoloso per sé stesso, o per altri e possa condurre a incidenti, infortuni o malattie professionali.
L’obiettivo dichiarato, forse un’utopia, tra le imprese che partecipano alla filiera, è quello di arrivare a “zero incidenti”.
Ma l’intesa non si ferma qui e prevede inoltre altre innovazioni che vanno oltre, sono aggiuntive a quella che è la normativa vigente.
Safety walks è la previsione che il management aziendale possa visitare direttamente i cantieri per controllare i comportamenti e ascoltare i lavoratori nel tentativo anche di suggerire comportamenti virtuosi.
Il Segretario Provinciale Fabi Pisa
Mario Pertici