Dopo una “relazione” approfondita e schioppettate del “solito” Sileoni, il Segretario ha assunto un tono minore ed ha lasciato spazio agli ospiti i quali, tutti indifferentemente, hanno dato precisi messaggi nel merito del rinnovo del CCNL. Nella tavola rotonda trattante le prospettive di firma e di contenuto del contratto tutti hanno concordato sul tema:
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro è un caposaldo importante della normativa vigente nel mondo bancario e tutti vogliono concludere la trattativa.
La normativa di secondo livello serve a recepire le peculiarità aziendali legate fra l’altro al territorio, alla struttura, alle competenze.
I paletti messi da FABI sono chiari sia sulla parte economica che sugli inquadramenti e la normativa e c’è la volontà delle controparti di trovare un punto di incontro.
E’ possibile arrivare alla firma anche nelle prossime settimane, ma il cammino non è semplice e i nodi da risolvere sono senza dubbio, forse non difficili, ma sicuramente complessi e articolati.
In questo coro monocorde si è elevato sopra tutte le voci e con autorevole competenza, il Presidente dell’ABI Patuelli, il quale ne ha dette tante di verità, ha confermato il sentiment complessivo teso a trovare presto un accordo e, per dare un segno della volontà di perseguire una convergenza nella continuità, ha svelato di sentirsi con Sileoni praticamente tutti i giorni (cinque volte la settimana).
Non si naviga a vista dunque!
Quello che ha sorpreso più di altro è la chiarezza con la quale ha offerto “indicazioni” più che limpide sull’indirizzo nel quale devono incamminarsi le banche per conseguire bilanci sostenibili e positivi, ricette che non sembrano proprio in linea con quelli che “si dice” siano le imposizioni di Banca d’Italia.
Scrivo “si dice” perché il Direttore di Banca d’Italia presente non ha fatto obiezioni, si è allineato e tutti gli altri si sono caso mai prodigati a dare ulteriori contenuti al “Vangelo secondo Patuelli”, suggerimenti per la sua realizzazione: Amministratori delle banche, Economisti, Giornalisti … tutti in un unico coro.
Scrivo “si dice” perché qualcuno afferma infatti che molte scelte locali sono imposte da Banca d’Italia in una direzione talvolta incomprensibile per le utilità degli istituti, non etica per il territorio, non apprezzabile per i lavoratori.
Sembrerebbe quasi che Banca d’Italia faccia da foglia di fico senza troppo successo.
Cosa ha detto Patuelli dunque, in sintesi?
Lo riporto a braccio e quindi qualcosa (o molto) potrei sicuramente dimenticare.
Non è concesso che nelle azienda si agisca esclusivamente sul taglio dei costi. Attività facile da realizzare (scivoli ndr) ma destrutturante per l’azienda.
Occorre saper incrementare i ricavi: l’attività del banchiere è vendere il denaro e servizi. Egli non è un finanziere, ma un imprenditore e un imprenditore non taglia i rami d’azienda, caso mai li modifica, li riordina, li migliora, li rilancia…
Se gli Istituti limitano il campo di azione delle proprie attività all’essenziale della banca tradizionale non avranno spazi per agire sui ricavi.
Se si deve agire sui ricavi di un’attività ridotta a quella così detta tradizionale lo si può fare solo massimizzando i prezzi e facendo ricadere il peso della nostra gestione sulla clientela.
Quando si chiude una filiale è un lutto per la banca.
Lo è perché si abbandona un territorio, lo è perché si smentisce un investimento.
Lo è perché i lavoratori ci hanno messo la faccia e il loro lavoro e questa responsabilità non si spenge alle 17 con la cessazione dell’attività lavorativa.
Le tecnologie inoltre vanno inserite in un processo storico nel corso del quale, grazie ad una continua proposizione di piccoli cambiamenti, esse vengono usate per la crescita dell’azienda e non per la sua disumanizzazione.
La differenza la fanno le persone, la loro qualità intellettuale, morale ed etica, lo spirito di sacrificio delle persone tutte. Non solo di quelle in prima linea, ma anche di coloro che hanno funzioni controllo, organizzative o delegate.
Le banche devono essere un’avanguardia di legalità, cultura, rispetto e tutela.
La migliore tutela della banca è la tutela dei risparmiatori.
FABI – FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI
SAB – SINDACATO AUTONOMO BANCARI DI PISA
IL SEGRETARIO RESPONSABILE – Mario Pertici